Il progetto teatrale “Giro giro tondo accetta tutto il mondo” è un percorso di studio e coinvolgimento di bambini sull’uso consapevole delle parole e sulla relazione con l'altro, con una riflessione sul concetto di diversità. Attraverso l’utilizzo delle fiabe della tradizione scritta e orale provenienti tanto dalla cultura europea quanto da quella extraeuropea si invitano i più giovani a riflettere sull’importanza dell’uso di parole gentili. Le fiabe forniscono, a livello simbolico, molti strumenti per riconoscere e superare i propri limiti, sia fisici che mentali, e risultano essere così un ottimo materiale da cui partire per ampliare la conoscenza di sé e dell’altro. Tre viaggiatori senza tempo si rincontrano ogni volta che ci sono bambini pronti ad ascoltare, per raccontarsi quello che hanno conosciuto. Radicati alla terra, ispirati dall’acqua e trainati dal vento ci invitano ad immaginare luoghi e profumi lontani ma vicini. Storia dopo storia scopriamo che il rispetto, l’accoglienza dell’altro, l’armonia si costruiscono a partire dall’uso gentile delle parole. Chiedere per favore, domandare come stai, fare un complimento non sono solo gesti di buona educazione, ma comportamenti sostanziali per una crescita sana. Uno spettacolo per guardare da altre prospettive, costruire dialogo, promuovere l’armonia con i compagni di classe, i familiari, gli amici, chi ancora non conosciamo, per accettare tutto il mondo. Attraverso lo studio delle fiabe del mondo, intendiamo proporre una teatralizzazione per bambine e bambini dai 4 ai 10 anni, in grado di stimolare riflessioni sul modo in cui le parole possono creare muri e confini e che se usate con consapevolezza possono al contrario generare curiosità, conoscenza di sé e apertura verso l’altro. Il progetto è a cura di Massimiliano Foà con gli attori Simone Di Meglio, Sara Marzullo, Lorenzo Ferrara. tecnica utilizzata: teatro d’attore con fasi interattive fascia d’età consigliata: 4 – 10 anni/ durata: 50 minuti circa, a seguire incontro con la Compagnia produzione: Magazzini di Fine Millennio Note di regia L’idea dello spettacolo nasce dal bisogno di riflettere e decostruire il concetto di confine nazionale e di conseguenza esplora la complessità dell’identità culturale, che tendiamo a vedere come immobile ed omogenea. Ho effettuato interviste a persone residenti in Italia ma provenienti da altri contesti chiedendo essenzialmente “che storie ti raccontavano da piccolo/a? L’oralità e la tradizione popolare sono elementi presenti in tutti i contesti, così come la pratica di educare e ispirare i più piccoli attraverso le storie. Lo spettacolo è stato costruito a partire dalle storie raccolte, adattandole al mezzo teatrale e cucendole insieme attraverso i personaggi che accompagnano i piccoli spettatori in un viaggio senza luoghi. Le storie raccontate non hanno collocazione geografica, né connotazioni culturali particolari. Anche alla fine dello spettacolo non saranno mai svelati i luoghi di origine delle persone che le hanno raccontate, per scoprire che archetipi, bisogni, valori sono universali, e attraversano l’umanità in lungo e largo. La scelta della scenografia e dei costumi va esattamente in questa direzione. Minimale, con colori neutri, in modo da stimolare la fantasia e comunicare l’universale al di là delle differenze. Ogni personaggio è legato ad un elemento della natura, acqua, terra e aria, come elementi di connessione tra tutti i popoli del mondo, un ritorno alla natura fortemente voluto, considerando la massiccia presenza della tecnologia nella quotidianità, che troppo spesso ci allontana dall’essenziale. Per questo motivo lo spettacolo si adatta anche alle famiglie, che ritrovano il piacere dell’ascolto e dell’immaginazione, il calore delle storie raccontate da chi ci vuole bene.